Un incursione delle caffettiere di Teri Lid nel misterioso mondo della ceramica Raku.
Nell’ autunno 2013 ho conosciuto Caterina Vinante che mi ha introdotta all’ affascinante tecnica Raku, una tecnica di lavorazione e di cottura giapponese nata per la fabbricazione di ciotole per la cerimonia del tè. Questo guerriero moka è sorto dal fumo delle foglie bruciate in una splendida domenica passata al PRESIDIO Sotto il Portico Wigwam
La ceramica raku ha delle caratteristiche molto particolari e il procedimento racchiude segreti che ogni maestro custodisce gelosamente perché spesso corrispondono alla sua personale cifra stilistica. I colori del raku assumono imprevedibili sfumature metalliche. Il procedimento di pittura e, subito dopo, la seconda cottura dei pezzi è un momento magico. Quando il forno viene aperto si rimane abbagliati dalle opere arroventate che vengono prese con maestria e portate velocemente a soffocare sotto paglia, foglie secche, segatura o altro materiale che appena giunge a contatto si incendia sprigionando una nube di fumo. Sotto quelle ceneri e quel fumo nascono i i tipici colori dalle sfumature metalliche e iridescenti e la caratteristica crettatura, craquelé o craquelure in francese, del raku. Questo procedimento può essere controllato dall ‘esecutore solo in parte; buona parte della riuscita è data dalle condizioni atmosferiche, dai tempi e dall’ imprevedibile caso che crea il miracolo della meraviglia.